Conservazione

Sono molti gli edifici rurali presenti sul territorio ibleo, spesso in stato di abbandono, ma ricchi di fascino e di storia e pronti per una seconda opportunità. Ristrutturare un edificio rurale significa comprendere le sue caratteristiche del passato e intervenire con rispetto, ma anche con innovazione, per valorizzarle al massimo e per contribuire in maniera sostanziale a salvaguardare il territorio a cui appartiene.

 

Le vecchie case di campagna sono piene di fascino e di mistero. I muri scrostati sono veri e propri palinsesti che raccontano una storia attraverso l’apertura di una porta, la modifica di una finestra o l’aggiunta di una stanza.

 

L’edilizia tradizionale, servendosi dei materiali locali, rispecchia fedelmente il sistema sociale di un luogo e forma un tutt’uno con il contesto. Soprattutto, questo tipo di lavoro comporta una scelta rispettosa dell’ambiente, in quanto, attraverso il restauro, riporta a nuova vita gli edifici abbandonati. 

 

Un casale abbandonato può diventare ad esempio un’abitazione multifamiliare o una residenza privata, con un grandissimo giardino in cui coltivare un orto o piantare un albero da frutto, promuovendo uno stile di vita sano e consapevole, lontano dalla frenesia delle città più grandi. Inoltre, recentemente, con la diffusione del turismo sostenibile e grazie ad un ritrovato interesse verso la natura e la campagna, si è posta sempre più attenzione verso questo tipo di immobili e le straordinarie opportunità che possono offrire.                                           

I fabbricati rurali si prestano infatti a diverse destinazioni d’uso, dalla residenza privata, alle attività di ristorazione ed accoglienza e, per un buon progetto, sapere a priori cosa si vuole fare è fondamentale; cosi come lo è conoscere le soluzioni strutturali e compositive ricorrenti in queste affascinanti strutture prima di intervenire.

 

A questo proposito è importante sottolineare che intervenire su un vecchio edificio rurale senza stravolgerlo è tutt’altro che semplice.

 

I fattori da considerare sono molteplici: occorre infatti rispettare i caratteri costruttivi tradizionali scegliendo materiali e tecniche di intervento compatibili con l’edilizia pre-moderna. Una scelta appropriata e sostenibile è quella di optare per materiali locali e naturali, legati anche alla tradizione del luogo come il legno, la pietra o il ferro. Gli elementi originali delle strutture, dove le condizioni lo permettono, possono essere mantenuti e restaurati.

 

In sede di ristrutturazione è quindi fondamentale operare secondo i principi del restauro architettonico, conservando, ad esempio, gli intonaci originali, evitando di ricoprire con un intonaco anonimo una muratura in pietra e mattoni decorticata da lungo tempo, o, ancora, evitando di allargare o modificare irreversibilmente le bucature esistenti, inserendo nuove aperture senza rispettare il ritmo e le dimensioni di quelle pregresse.

 

I segni architettonici contemporanei, spesso indispensabili per adattare l’edificio alla nuova funzione, devono essere inseriti con garbo e rispetto dell’identità del fabbricato, senza creare contrasti stridenti o dominare con prepotenza, a volte anche cancellando, la sua storia.

 

L’efficienza energetica è necessaria per garantire il raggiungimento delle prestazioni richieste dalla committenza. Vale sempre il presupposto che quando si ristruttura un edifico esistente, il progetto di riqualificazione energetica debba partire dalla conoscenza dello stato di fatto, ottenibile attraverso una attenta diagnosi energetica. Un’ operazione particolarmente importante nel caso di edifici antichi, in quanto,  generalmente, per migliorare il comfort interno, si ricorreva a sistemi passivi.